Balene e gabbiani e vita e morte. Il mare e l’addio secondo Walter Chendi

maledetta-balenaTitolo           Maledetta Balena
Autore           Walter Chendi
Prezzo           16,90 €
Dati             2016, 160 p., cartonato
Editore          Tunué, collana Prospero's Books

 

Maledetta balena” è la graphic novel di Walter Chendi, fumettista nato e cresciuto con le tempeste e il freddo del mare triestino e i racconti di un padre che “non riuscì più a tenere in mano un foglio di carta oleata”.

In quest’opera descrive gli eventi con sorprendente realismo, la precisione del tratto mostra ogni minimo cambio d’espressione, si lascia andare al surreale solo quando entra nel vivo della dimensione onirica e sempre con sorprendente accuratezza, mostrando il credibile scorrere di pensieri della mente umana, o meglio di una mente umana sospesa tra la vita e la morte, tra la realtà e il sogno.

La storia, tra sogni, ricordi e allucinazioni, è infatti narrata in soggettiva e l’occhio stanco ma vigile è quello del padre di Walter, Giovanni. Da un letto d’ospedale vede medici e infermiere affannarsi per inseguire la vita, o qualche bagliore rimasto di essa, mentre un gabbiano (Polifemo, lo chiama Polifemo) guarda tutto e aspetta; solo quando l’ultimo bip delle macchine si arrende, spiega le ali e vola via.

Il gabbiano ogni tanto guarda Giovanni, solo lui può vederlo, ascolta tutti i suoi sogni e i suoi deliri e lo aspetta.

Davanti al volatile simbolo del vento che cambia, Giovanni ripensa agli episodi nella marina che l’hanno portato a diventare il cuoco della “Balena”, una nave da crociera travestita da nave ospedale, un luogo di pace circondato dall’inferno della guerra. L’atmosfera non è delle più limpide là dentro, però, e presto la vera natura dell’equipaggio, gli intrighi e i segreti, faranno crollare la facciata e porteranno il vecchio nell’ospedale a rivivere l’avventura più pericolosa e adrenalinica della sua vita, per colpa della quale non ha potuto più sollevare la mano destra.

Ferito e mutilato, prima dalla guerra, poi dalla vecchiaia e dalla malattia, Giovanni trova lo spirito per alzarsi e andare avanti e il modo in cui Walter ce lo mostra, avvilisce e snerva come quando ci si sveglia all’improvviso dal un sogno bello e realistico. Quei due secondi successivi alla veglia in cui ancora si è storditi, non ci fanno riconoscere cosa è reale o no; il lettore sa la verità, eppure quando il sogno finisce o si interrompe ne resta deluso, tanto è rimasto incuriosito e travolto dalla storia. Due storie, a dire la verità, ognuna affascinante per motivi diversi.

Solo alla fine il lettore riuscirà a vedere il senso di tutto e i pensieri e gli scenari si sovrapporranno, il gabbiano spiccherà il volo. Un addio che non lascia amarezza, solo il senso di incompiutezza tipico delle notti piene di sogni dove magari non si è capito tutto, ma si sa con certezza di aver assistito a una bella storia.